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Un rischio per i minori: l’Unione Europea lancia l’allarme rosso | Al via una nuova indagine contro Meta

Meta sotto accusa
Il colosso tecnologico Meta (Depositphos.com) – Europinione.it

Il colosso tecnologico Meta fondato e gestito dal tycoon Mark Zuckerberg finisce nel mirino dell’Unione Europea. Esplodono le polemiche

Prosegue la lunga e infinita battaglia legale tra l’Unione Europea e il tycoon statunitense Mark Zuckerberg, dal 2004 presidente e amministratore delegato di Meta, il colosso tecnologico dell’imprenditoria mondiale che gestisce tutte le principali piattaforme social.

Questa volta però le accuse rivolte dalla Commissione europea al colosso americano non riguardano eventuali violazioni delle norme che regolano la concorrenza, una questione che resta comunque aperta sul tavolo di Bruxelles.

È infatti in corso un’indagine a tutto tondo avviata nei confronti di Meta dalla stessa Commissione secondo cui Instagram e Facebook rischierebbero seriamente di creare una vera e propria dipendenza negli utenti più giovani.

Un procedimento legale è stato aperto in tal senso con l’obiettivo di verificare se Meta stia violando la norma sui servizi digitali dell’Unione Europea riguardo alla tutela dei minori. Come si può vedere lo scontro va avanti ed è sempre più acceso.

Meta, piovono pesanti accuse dall’Unione Europea: cosa sta succedendo

Il problema della tutela dei minori, in larga maggioranza bambini e adolescenti, è un tema da sempre di grande attualità e spesso all’ordine del giorno all’interno delle istituzioni comunitarie. Sia la Commissione che l’Europarlamento hanno messo limiti e paletti molto stringenti alle attività dei social.

La paura è che alcuni algoritmi fuori controllo possano portare i bambini ad avere a che fare con immagini e contenuti del tutto inappropriati in grado di danneggiarli durante il percorso della loro formazione.

L'Unione Europea
Le bandiere dell’Unione Europea (Depositphotos.com) – Europinione.it

Meta, un duro attacco alle piattaforme social: il rischio in questo caso è altissimo

Nel recente passato in molti hanno invocato l’adozione di misure molto più stringenti, alla luce del codice volontario prodotto da Meta ritenuto del tutto insoddisfacente. Durissima in tal senso era stata la critica del commissario al mercato interno Thierry Breton che aveva accusato il colosso tecnologico di non ostacolare, se non addirittura di favorire, la diffusione di materiale pedopornografico.

Qualche tempo fa la stessa azienda di Zuckerberg aveva stilato un rapporto in merito ad alcuni rischi concreti esistenti sulle proprie piattaforme, uno studio che la Commissione europea e la altre istituzioni di Bruxelles hanno bocciato ritendendolo del tutto insoddisfacente. La tutela e la protezione dei minori devono essere la stella polare di tutte le piattaforme social, questo è il mantra dell’Unione Europea.